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domenica 13 luglio 2008

Il ruolo della corte suprema nelle affermative actions

La corte suprema americana ha stabilito in alcune sue sentenze l’uguaglianza sostanziale.

Le azioni positive attuate in USA erano azioni che i democratici consideravano giuste, non del tutto i repubblicani invece.

Caso Backer (1973): era un bianco che voleva entrare nella scuola della California. Vi era però un numero di posti stabilito dall’origine, però bisogna avere anche altri criteri. Essi infatti non erano chiari per quanto riguarda le azioni positive e si auspicava un controllo concreto (giudice Scalia).

(attualmente Hillary Clinton sta cercando di convincere i negri a votare le azioni positive).

La corte suprema attualmente è composta da 9 giudici, 7 repubblicani (Reagan, il quale li nominò giovani per avere un forte controllo nel tempo, Bush Padre) e 2 democratici. Samuel Alito è stato nominato nel 2005 da Bush figlio, poi c’è Thomas, un repubblicano di colore e Ginsborg, un ebreo dei democratici.

Caso Koremazu (1944): contro gli USA per i 120 mila statunitensi di origine giapponese, i quali ultimi hanno una concezione della nazionalità legata molto all’origine del sangue. Il Giappone è stato l’unico ad aver attaccato direttamente gli americani, e la ragione di fondo del massacro si trova in questo. Roosvelt quindi decise che si potevano considerare nemici in caso di attacco del Giappone. Allora per evitare un inutile massacro decise di istituzionalizzare questi ghetti. Essi non potevano più andare via da quelle zone, ed erano quindi sotto controllo degli americani. Koremazu è stato l’unico a ribellarsi dicendo che non voleva si attuasse ciò e fece quindi causa.

Anche in questo caso la dottrina non ha una posizione unitaria, ed una decisione nega che ciò sia possibile, mentre altre decisioni affermano che in tempo di guerra queste misure sono legittime.

Black affermò che bisogna notare che le restrizioni legali che impediscono a questi ghetti di allontanarsi sono sospette. Bisogna ammettere però che non vi è nessuna negazione dei valori costituzionali. La guerra è già un problema in sé che dà o può dare conseguenze drastiche anche di questo tipo. Il potere di proteggere queste coste fu di primaria importanza data la situazione bellica, c’è pericolo e quindi si deve usare qualcosa di forte per difendersi. Si adotta in tal modo questo procedimento anche se di origine razziale.

Queste azioni in tempo di guerra sono quindi ingiustificate? Per alcuni giudici no.

Il pericolo per le altre etnie non era cosi preoccupante come per i giapponesi.

Il Giappone (che ha una concezione della cittadinanza legata all’origine molto forte) infatti muove guerra alla Cina alleandosi con la Corea giapponese ed il Manciuria (stato fantoccio).

(Il Brasile firma un accordo all’inizio del novecento per avere manodopera che però finirà col trasformarsi in schiavitù).

Caso Wiskonsim vs Joder: relativo all’obbligo scolastico degli Amish in contrasto con quello federale americano. .

Amish: gruppo protestante scappato dalla Svizzera dopo la rivoluzione calvinista. Parlano un dialetto svizzero del seicento. Hanno uno stile di vita molto semplice, rifiutano l’uso dell’energia elettrica, hanno un grande senso di solidarietà da costituire una sorte di vera società comunista, ed hanno emigrato in USA in colonie sparse. In tutto sono 250.000 e sono in aumento. Vanno a scuola obbligatoriamente fino a 13 anni nelle scuole dei loro villaggi. Non hanno chiese perché non c’è bisogno di queste, ma la messa va celebrata in casa dell’uno o dell’altro, senza bisogno di un luogo apposito. Dopo 13 anni possono frequentare per qualche anno altri ragazzi, bere, andare in discoteca, ossia vita mondana e poi decidere se rimanere. In genere torna l’ottanta per cento dei ragazzi nella comunità. Il battesimo non si fa appena nati ma dopo, verso i 16 anni, mentre a vent’anni si sposano.

La corte suprema in questo caso dà ragione agli Amish contro lo stato del Wiskonsim per quanto riguardo l’obbligo scolastico. L’istruzione federale è contaria a quella invece praticata dagli Amish perché vi è lo spirito competitivo mentre la religione Amish auspica la solidarietà tra i suoi seguaci, non fanno sport perché ciò porta li porta via dalla comunità a livello emotivo e psicologico.

La corte suprema quindi afferma che è giusto che gli Amish studino fino a 13 anni se la loro religione prevede questo.

Non ci può essere una convinzione religiosa cosi astrattamente, ma vi deve essere qualcosa di fondato e concreto. Il valore costituzionale della libertà religiosa è fondamentale e ancor più del valore dell’istruzione (sempre che però sia in parte rispettato).

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