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domenica 28 giugno 2009

Diritti e principi fondamentali riconosciuti solo formalmente: Bolivia

La Costituzione vigente nella Repubblica di Bolivia, promulgata il 3 febbraio 1967, rappresenta una sostanziale revisione dei testi costituzionali precedenti e l’introduzione di nuovi istituti per il rinnovamento e il progresso del paese.
Questo testo ha sofferto il paradosso di restare vigente per un lungo periodo di tempo durante governi de facto i quali lo ignorarono o lo rispettarono in maniera solo parziale fino al ristabilimento della democrazia nel 1982. A partire da tale momento la Costituzione è stata rispettata con il massimo rigore ed è servita per lo sviluppo di una vera pratica democratica che, anche se imperfetta, si è dimostrata la più ampia ed universale mai praticata fino ad allora.
Il 12 agosto 1994 fu promulgata la riforma che modifica principalmente l’organizzazione dei tre poteri, istituisce il tribunale costituzionale, il consiglio della magistratura e il difensore del popolo, modifica il pubblico ministero, il regime municipale., il regime della polizia nazionale e il voto.

Il testo costituzionale è composto da 235 articoli, divisi in un titolo preliminare e altre quattro parti, più 5 articoli di disposizioni transitorie.
Nel titolo preliminare sono descritte le Disposizioni generali sancendo dall’articolo 1 all’articolo 4 che la Bolivia ha una forma di governo repubblicano unitario democratico e rappresentativo; il popolo multietnico è titolare della sovranità che viene esercitata per mezzo dei suoi rappresentanti attraverso i tre Poteri, indipendenti l’uno dall’altro e chiunque si attribuisce la sovranità del popolo commette il reato di sedizione; lo stato boliviano, pur garantendo l’esercizio dei vari culti, riconosce una posizione preminente alla religione della Chiesa Cattolica Romana con la quale mantiene relazioni disciplinate dal concordato.
Da quello che si evince concretamente dalle prime disposizioni del testo costituzionale, sembrerebbe che la Bolivia sia uno stato del tutto liberato da ogni tipo di madrepatria e da ogni oligarchia, senza nessun vincolo formale ad un autoritarismo caratterizzante. In realtà – e questo la storia lo ha dimostrato – non è esattamente cosi perché purtroppo troppo spesso il territorio boliviano è stato vittima di dittature militari e il popolo non ha quella sovranità pura che emerge dalla Costituzione . Si tratta sostanzialmente di un processo che parte dall’alto e non dal basso, e questo deficit democratico si fa sentire enormemente nella società che ancora oggi è divisa in strati sociali. Tuttavia questi principi rappresentano una piccola conquista democratica per il popolo al quale almeno formalmente vengono riconosciuti i diritti fondamentali.
Punto importante nel territorio latinoamericano è anche la religione ed il fattore linguistico, frutto della colonizzazione spagnola , che hanno permesso di inserire in tale contesto gli elementi caratterizzanti del loro territorio creando un “nuovo occidente”.

La prima parte della Costituzione, che comprende dall’articolo 5 all’articolo 45, tratta della persona come membro dello stato e si divide in diritti e doveri fondamentali della persona, garanzie della persona, nazionalità e cittadinanza e pubblici funzionari.
Tutti gli esseri umani senza distinzioni godono di personalità e capacità giuridica, lo stato quindi protegge la libertà e la dignità della persona che non può essere ridotta in stato di servitù o obbligata a lavorare senza consenso e giusta retribuzione. Ogni persona quindi è titolare di diritti fondamentali come il diritto alla vita, alla salute e alla sicurezza, ad esprimersi liberamente, a riunirsi per fini leciti, a lavorare e percepire una giusta remunerazione, a ricevere l’istruzione, ad insegnare, a muoversi liberamente sul territorio nazionale, alla proprietà privata, ad una esistenza dignitosa, alla sicurezza sociale. Tutte le persone hanno il dovere di rispettare il testo costituzionale, lavorare, sostenere i servizi pubblici in base alle proprie capacità economiche, assistere e crescere i propri figli e soccorrere i propri genitori in caso di necessità, difendere il Paese, cooperare con lo Stato alla sicurezza sociale, garantire e proteggere gli interessi della comunità.
I diritti e i doveri della persona sono sanciti minuziosamente nella Costituzione e questo, almeno formalmente, rappresenta una conquista democratica per il territorio boliviano uscendo da un secolo di dominio straniero e oligarchico.
La verità è il pensare storico di un argomento in un determinato momento o contesto storico e non esiste un evento perfettamente uguale ad un altro. Le teorie hanno un valore esplicativo mentre le leggi invece hanno un valore normativo e quindi replicabile. La teoria è difficile da esser smentita in quanto cerca di spiegare un fattore. Il diritto è una scienza sociale ed in quanto tale si propone teorie interpretative per analizzare un determinato periodo storico o testo giuridico . Per questo è difficile collocare e definire in modo univoco un testo costituzionale nei territori dell’America Latina perché nonostante la stesura formalmente democratica e simile alle costituzioni del Vecchio continente, nella sostanza sociale vi sono molte differenze e troppe volte tali principi e diritti vengono svuotati del tutto con colpi di stato o dittature militari.
Diventa quindi difficile definire tale testo come una costituzione vera e propria in quanto manca il consenso popolare e la coesione politica che è l’essenza stessa di ogni Carta fondamentale.
Una situazione simile la troviamo nel 1919 con la Costituzione di Weimar, la quale, pur rappresentando quella conquista democratica tanto auspicata come reazione all’autoritarismo ottocentesco, altro non è stata se non un mero elenco di principi e diritti fondamentali che non hanno avuto una applicazione concreta.
Viene comunemente accettato che la costituzione del 1919 avesse una serie di debolezze fondamentali, e proprio queste resero l'instaurazione di una dittatura troppo facile. Ritenere che una costituzione differente avrebbe potuto evitare la nascita del Terzo Reich è un’ ipotesi che non potremmo mai fare. Rimane il fatto che l’apparato istituzionale riuscì comunque a resistere e a sconfiggere numerosi tentativi di putsch e la Repubblica si è quindi dimostrata solida in situazioni di emergenza e di disordine sociale. Tuttavia è stata debole e vulnerabile nell’ordinaria amministrazione e nella politica interna, gli elementi più importanti per il buon funzionamento di un apparato statale.
I partiti non riuscirono ad applicare la logica democratica dell’accordo e del compromesso, perché erano bloccati in una esasperata struttura ideologica. Per questo forse la Repubblica di Weimar è stata definita “la repubblica senza i repubblicani”. Fu promulgata una costituzione repubblicana quando proprio la base dello stato tedesco era contro questa forma istituzionale. Fu instaurata dall’alto senza fondamentalmente un consenso popolare, in quanto nessun referendum fu indetto.
Chiaramente cambiano gli scenari di fondo, i punti di partenza e l’evoluzione della società. Ma il risultato è simile in quanto il popolo non è stato coinvolto, le decisioni sono state prese da élite senza prendere in considerazione i bisogni e le necessità dei cittadini, tenendoli fuori da qualsiasi decisione fondamentale per il bene dello stato.

Il secondo titolo fissa le regole ed i procedimenti con i quali può essere ristretta la libertà personale e salvaguardata l’integrità fisica da abusi e da qualsiasi forma di violenza fisica e morale da parte di pubblici funzionari. La Costituzione prevede per coloro che si ritengono lesi nei diritti e nelle garanzie della persona – non rientranti nei casi di habeas corpus – il ricorso all’azione di amparo, che può essere inoltrata all’autorità giudiziaria locale anche per interposta persona o di ufficio dal Pubblico Ministero.

Il Terzo titolo della prima parte riguarda la nazionalità, che è l’appartenenza al territorio della Repubblica di Bolivia. La nazionalità per naturalizzazione si può acquisire per averne dichiarato l’espressa volontà dopo aver risieduto nel paese per due anni. La cittadinanza è la capacità politica che acquisisce un boliviano al compimento del diciottesimo anno di età e consiste nell’essere elettore attivo e passivo per l’esercizio dei poteri e delle funzioni pubbliche. Essa viene sospesa quando si milita in un esercito nemico in tempo di guerra o per una sentenza di condanna detentiva per appropriazione di fondi pubblici o per il fatto di esercitare funzioni per un governo straniero senza autorizzazione del Senato.
L’ultimo titolo della prima parte invece riguarda le regole stabilite per i funzionari pubblici.
Formalmente quindi i principi e i diritti fondamentali sono stati inseriti nel testo fondamentale dello stato boliviano e questo rappresenta ad ogni modo una vera conquista per il cittadino. Molto però ancora rimane da fare per l’applicazione concreta di tali norme, che troppo spesso dal 1967 ad oggi sono state svuotate del tutto dai loro contenuti.

domenica 21 giugno 2009

Invito al voto


INVITO AL VOTO

Carissimi elettori concittadini di Ugento, Gemini, Taurisano, Torre San Giovanni.

Vi ho già ringraziati con il volantino precedente per la fiducia che avete riposto in me. Grazie a voi e agli amici di Taurisano, e lo dico con orgoglio, abbiamo già realizzato un primo importante obiettivo: la conquista di Palazzo Celestini da parte del POPOLO DELLA LIBERTA’ di Ugento- Taurisano. Grazie.

Sarei tentato di rilassarmi considerando vinta la battaglia della candidatura, ma il mio pensiero va alla grande opportunità che si apre per il nostro territorio qualora si riuscisse a centrare l’altro obiettivo rappresentato da GABELLONE presidente.

Noi amici abbiamo fatto il nostro dovere, specie Taurisano che ringrazio ancora, sicuramente potevamo fare di più a Ugento, e dovremo fare di più nel turno di ballottaggio, per contribuire a consegnare ad Antonio Gabellone e al centrodestra la provincia di Lecce. Abbiamo centrato l’obiettivo, abbiamo fatto ciò che ci eravamo prefissati, rappresentare il collegio di Ugento e Taurisano a Palazzo Celestini! Ma siamo solo a metà dell’opera, guai a cullarci adesso e a credere che il più stato fatto; non è così. Vincere non è mai facile, ma noi ci siamo riusciti, nonostante le avversità, nonostante qualcuno ci aspettasse al varco, nonostante qualcuno pensi di averci battuti.
Il Governo Provinciale passato ha di fatto ignorato il nostro territorio relegandolo all’ultimo posto dopo Otranto, Nardo’, Gallipoli e perfino il Capo di Leuca. Ci si ricorda di Ugento per affossarlo ancora di più rispetto all’immagine che si dà all’esterno in manifestazioni che, pur partendo dal presupposto più che giusto della ricerca della VERITA’ , per contro danneggiano l’immagine del territorio e delle sue bellezze paesaggistiche e culturali e della capacità di accoglienza e della moralità dei suoi abitanti.

La crisi economica dilaga dappertutto, ma sarà ancora più pesante quando a fine stagione faremo la conta delle mancate presenze di turisti spaventati dalla cappa di piombo, che grava nel nostro splendido territorio.

Quanto detto mi induce a ripensare sul carico di responsabilità che mi è stato consegnato e sulle vostre aspettative, se la mia posizione futura sarà nella maggioranza di governo provinciale.
Tante sono le cose da farsi e tra queste ricordo:
• la realizzazione della rete fognante a T.S.Giovanni e marine che contribuirà alla riqualificazione della Marina e delle coste, oltre ad evitare l’inquinamento batterico dei nostri mari e delle nostre acque;
• la riorganizzazione, unitamente ai paesi contermini del sistema turistico ricettivo per richiamare flussi turistici di qualità, offrendo un prodotto altamente professionalizzato e che promuova e pubblicizzi le peculiarità del nostro territorio;
• la promozione di centri di assistenza per i ceti più deboli, per gli anziani ed i diversamente abili;
• il recupero del nodo ferroviario con collegamento valido tra Ugento e Taurisano. Porre fine allo sconcio delle Ferrovie Sud-Est e creazione con gli enti interessati di una metropolitana di superficie che colleghi con percorsi veloci i centri del Salento;
• l’incentivazione delle attività locali ritenendo maturi i tempi per essere tutti protagonisti del nostro futuro;
• la riqualificazione ambientale ed energetica degli edifici pubblici con l’uso di energie alternative e dei sistemi di sicurezza intrinseca;
• la riqualificazione ambientale dei nostri bacini, ma soprattutto la ricerca di una soluzione definitiva per evitare che le acque piovane e quelle depurate finiscano nel nostro mare;
• il nodo dolente dei rifiuti, cavallo di battaglia di chi ci ha governato per 15 anni, inizia attraverso l’incentivazione in tutta la Provincia della raccolta differenziata e continua con l’utilizzo di nuove tecnologie, già in uso in Sardegna ed in altri posti d’Europa, e che termina solo in una piccola fase con l’uso dei termovalorizzatori. In altre parole rifiuti come fonte di ricchezza;
• svecchiare e convertire la nostra agricoltura. Abbiamo terre favolose, va promossa la cultura della cooperazione per imporre i nostri marchi e fare imparare a trasformare e a commercializzare i nostri prodotti. Mi attiverò per promuovere i nostri prodotti tipici come l’olio e gli ortaggi con il marchio del nostro “ parco naturale”. La mediazione della provincia presso organismi regionali e comunitari è fondamentale. Bisognerà intervenire con vigore presso tali organismi per risolvere il problema della crisi della nostra olivicoltura. La Provincia non è solo floricoltura è anche Olio, Vino, Ortaggi.

Potrei continuare, ma sarebbe uno sterile elenco di cose da fare se non ci fosse la consapevolezza di un impegno serio e laborioso rispetto al quale vi invito a mandarmi a casa nel momento in cui tali propositi non dovessero essere avviati o risolti. Fatti reali e non chiacchiere che lasciano il tempo che trovano.

Quindi, serriamo le fila, procediamo compatti e diamo ad Antonio Gabellone il giusto riconoscimento in questo collegio, e diamo al centrodestra la sua giusta dimensione, la dimensione vincente e maggioritaria di sempre, facciamolo per noi, ma soprattutto per i nostri figli. IL 21 E 22 GIUGNO prendiamoci un po’ di tempo e andiamo a votare anche convinti di dare voce alle vostre speranze, alla serieta’, all’impegno e alla competenza.

VOTIAMO ANTONIO GABELLONE PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI LECCE!!

Governare questo territorio, donare a questo collegio un consigliere provinciale di maggioranza, pulito, preparato e competente, val bene il piccolo sacrificio di recarsi alle urne, esprimendo il proprio voto per Antonio Gabellone Presidente.

PACELLA FRANCESCO

venerdì 5 giugno 2009

La verità sull'ITALIA dei "VALORI"


la verità sull'Italia dei valori

Egr.onorevole Eugenio Ozza

Invio copia dell'intervista non pubblicata sul nuovo quotidiano di Puglia a causa di pressioni in tal senso provenienti dagli stessi membri del mio partito, Italia dei valori. Mi è stato riferito che questa intervista è stata volutamente bloccata perché avrebbe potuto rovinare un candidato, ossia il consigliere Gianfranco Coppola.
A mio parere non pubblicare la stessa, significa rovinare cittadini il quando determinati soggetti, se eletti andranno ad occupare le sentii delle nostre istituzioni con la solita ipocrisia e la solita falsità. Per non parlare poi del fatto che a loro dire il sottoscritto non avrebbe alcuna tessera del partito e non ricopro alcun ruolo all'interno dell'Italia dei valori e del comitato pro basile. E sino ad oggi a che titolo avrei parlato? La verità forse è un'altra. A questi signori i dissidenti non piacciono, a fortiori se sono dello stesso partito perchè essi devono dominare incontrastati strumentalizzando puntualmente storie, accadimenti e tragedie umane. Altro che democrazia. Altro che legalità. E' un vero e proprio imbroglio creato ad arte per carpire la buona fede di chi ci crede e di chi, ogni giorno, con il proprio senso civico, si batte a che la società possa migliorare. Nella mia intervista troverà alcuni dei tanti pensieri, fatti e verità celate dai suddetti, che temono possano essere svelate. La autorizzo a leggere il contenuto di tutte le missive, nonchè dell'intervista in parola. Che la verità possa vedere la luce al più presto.
Con osservanza.


Dott. Salvatore De Mitri



Intervista al dott. Salvatore De Mitri, componente del Comitato Pro-Basile

Dott. De Mitri come procede la campagna elettorale ad Ugento, dopo la morte di Peppino Basile?

Personalmente non lo so, considerato che, di fatto, sono stato prima emarginato e poi escluso da ogni scelta politica dettata dai vertici provinciali e regionali dell'Italia dei Valori.

Lei parla di esclusione. Ci può spiegare le ragioni?

Guardi, all'incirca tre mesi fa si è operata una sorta di scissione all'interno del circolo dell'Italia dei Valori di Ugento in quanto una parte aveva avviato una raccolta firme per sostenere la mia candidatura nel collegio Ugento-Taurisano perchè non si sentivano rappresentati dal consigliere Coppola. Ma poi, oltre ad aver rinunciato, ci sono stati degli atteggiamenti ipocriti da parte dei c.d. vertici del mio partito, i quali hanno preferito comportarsi come la gran parte dei partiti.

Ma lei, quindi non vede di buon occhio la candidatura del consigliere Gianfranco Coppola?

Non è che non vedo di buon occhio questa candidatura, ma è solo che è una candidatura di favore ad una persona che si è asservita ad una linea politica che io non condivido e che nemmeno Peppino Basile condivideva. Mi fa ridere l'affermazione di Coppola quando scrive che ha lavorato a fianco con Peppino Basile per due anni.

Perchè non è vero?

Certo che no. Si legga la trascrizione della seduta del consiglio comunale del 6 giugno 2008

Di cosa parla?

Parlo del fatto che mentre Peppino Basile, quale rappresentante dell'Italia dei Valori in seno al consiglio comunale, abbandonava l'aula per protesta, Coppola rimaneva seduto al suo posto prendendo nettamente le distanze dallo stesso Peppino e dall'Italia dei Valori. Come vede nel parlare c'è molta ipocrisia.

Lei è molto duro nei toni, ma si denota anche una certa tristezza. Perchè?

Perchè qualcuno sta strumentalizzando la storia politica di Peppino Basile per raggiungere il potere. Si faccia una domanda: chi era Gianfranco Coppola prima della morte di Peppino?

Chi era?


Un consigliere comunale che riscaldava la sedia del consiglio comunale, che non svolgeva alcuna attività politica né personale e né a sostegno di Peppino. Pensi che il suo primo intervento in consiglio comunale lo ha fatto il 6 giugno 2008, proprio in occasione della sua presa di distanza da Peppino. Quindi di quali battaglie stiamo parlando?

Non le sembra di essere molto duro con i suoi compagni di partito?

Confidavo molto sul circolo di Ugento al fine di poter cambiare la linea politica del partito. Lì dove Peppino moriva, lì poteva nascere una nuova stagione politica per il salento e per tutto lo scenario politico. Ma poi mi hanno voltato le spalle vendendosi per trenta denari. Io, invece no. Ho mantenuto integra la mia dignità e sono riuscito a dire di no a chi pensava di potermi manovrare. Io rimango un uomo libero, ma schiavo delle mie idee, gli altri hanno preferito vincolarsi.

Il comitato Pro-Basile è riuscito a dare un fattivo contributo agli inquirenti?

Personalmente quando sono venuto a conoscenza di fatti e misfatti che potevano o possono ruotare attorno alla vicenda, ho preso carta e penna ed ho relazionato tutto agli inquirenti. Non so gli altri, ma da quello che mi risulta hanno soltato pubblicato articoli sul giornale.

Secondo lei chi ha ucciso Peppino Basile?

Questa è una domanda da un milione di dollari. Non lo so.

Lei è dell'idea che la matrice sia politica o altro?


Come ci si può azzardare a classificare questo omicidio. Da quanto letto sulla stampa, gli inquirenti stanno lavorando alacremente e a tutt'oggi non sono riusciti a delinearne la matrice o il movente. Ma guai ad accusare, per fini politici ignobili, persone che a maggior ragione non sono nemmeno iscritte sul registro degli indagati. In Italia i processi si fanno sulla base delle prove e non dei sospetti. Dietro ogni amministratore o avversario politico c'è una famiglia, che a causa di attacchi strumentali soffre e può anche sfasciarsi. Il mio avversario lo voglio battere percè ho un programma politico-amministrativo più valido e convincente del suo e non perchè il vento spira a mio favore, approfittando della buona fede dei cittadini.

Ha mai pensato di dimettersi?


Certo, ma non lo faccio. Aspetto al varco tutti i cosiddetti vertici, dai quali mi aspetto un atto di onestà intellettuale, anche sho i miei fondati dubbi. Dopo il 7 giugno convocherò una conferenza stampa e svelerò scenari inediti ed oscuri che si celano dietro la candidatura di Gianfranco Coppola a consiglier provinciale nel collegio di Ugento-Taurisano e lì saranno dolori per qualcuno.

Perchè aspette la fine della campagna elettorale?


Perchè sono un signore e non voglio essere accusato di aver influenzato l'elettorato con i miei pensieri critici. Invito soltanto i cittadini ad aprire gli occhi e a non essere creduloni su tante questioni. L'ignoranza, purtroppo, è una grave malattia sociale e va sconfitta. Io ci proverò, anche da solo. Come sempre a disposizione.

Lecce, 26 Maggio 2009
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