Ha due zone linguistiche (fiammingo, zona settentrionale, e francese, zona meridionale).
Napoleone nell’ottocento impone l’uso del francese. Nel 1815 il Belgio viene ammesso ai Paesi Bassi dopo il congresso di Vienna, e viene imposto in questa occasione il fiammingo. Nel 1830 diventa indipendente e l’olandese e il francese diventano lingue ufficiali (ma non a livello di parità). Vi è quindi un doppio monolinguismo. Il bilinguismo vi è solo a Bruxelles.
Nel 1970 si ha una revisione costituzionale che istituisce le tre regioni (vallone, Bruxelles, fiamminga). Non sopprime comunque la libertà di scelta delle lingue. Vi sono vari criteri di collegamento nelle relazioni sociali. La court d’arbitrage è la corte costituzionale. La costituzione belga è la base giuridica per entrambe le concezioni.
Nel 1968 si dà la legittimità al sistema territoriale, e la stessa corte europea dei diritti dell’uomo garantisce l’effetto della scelta della lingua (vuole fare lo stesso il tribunale costituzionale spagnolo).
Principio di territorialità: limite alla scelta dei territori. Il criterio territoriale viola ciò che sancisce la corte europea. La discriminazione è basata sulla lingua (principio di nazionalità). La minoranza appartiene ad un gruppo linguistico. Una volta scelta la lingua non si può cambiar nel corso degli studi. L’insegnamento della seconda lingua non è obbligatorio. Monolinguismo del nord (fiammingo) contro il monolinguismo del sud (francese). Il raccordo lo si ha con il bilinguismo di Bruxelles. L’articolo 30 sancisce la libertà di lingua in un ambito di applicazione oggettivo e soggettivo.
Nel 1970 con la revisione costituzionale l’articolo 29 viene riformato. Nel 1982 si ha un decreto per regolamentare le relazioni sociali. Il Belgio ha un sistema federale.
Le istituzioni sono diverse in Olanda e in Francia (riguardo al passato). In Francia vi è la religione cattolica a cui viene annessa il Belgio, in Olanda non si ha una annessione dei fiamminghi.
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